Come si rapina una banca

di Samy Fayad

Assistendo alla messa in scena del più noto testo di Fayad si ride molto: solo che la risata ha qualcosa di particolare, di amaro, di unico e nuovo che scaturisce, senza alcun dubbio, dalla particolare psicologia e sfrenato individualismo dei personaggi, dalla semplicità e freschezza del dialogo, ma ancor più dal modo in cui Fayad, e lui solo, usa la battuta e tutto il linguaggio teatrale. I suoi personaggi, disegnati con mano leggera, si esprimono in una lingua che mantiene la musicalità del napoletano, ma non sfociando mai nel dialetto più puro. I protagonisti parlano sempre di altro, anzi, ciascuno parla per suo conto, secerne il suo veleno e cerca di raddrizzare il suo dramma, che rimane personale persino all’interno della sua famiglia. Ne scaturisce un’affettuosa satira nei confronti di questa gente, così dominata da una antica saggezza quanto da una sprovveduta faciloneria, da una maliziosa furbizia che sconfina col più disarmante candore.

Regia di Marco Cucciniello
Costumi di Claudia Pigliapochi
Scene, Luci e Fonica di Lorenzo Perria

4 dicembre 2010
Teatro Moderno di TEGOLETO (AR)

18 febbraio 2011
Teatro Rosini di LUCIGNANO (AR)

Premi ottenuti alla XIII° edizione di Storie di Paese (Teatro Moderno di Tegoleto):
– miglior Spettacolo
– miglior Regia
– miglior Attrice non protagonista (Maria Lucia Iannielli)
– miglior Apparizione (Claudia Pigliapochi)

con
Vittorio Borriello (Agostino)
Nadia Castaldi (Regina)
Antonio Cirillo (Tonino)
Marco Cucciniello (Direttore)
Aurelia Fabbrocino (Sig.ra Materazzi)
Maria Lucia Iannielli (vedova Altavilla)
Claudia Pigliapochi (Giuliana)
Giovanni Zito (Gaspare)