L’ amore con Erode

di Costanza Caglià

Regia di Barbara Peruzzi


Il volumetto, dal quale è tratto lo spettacolo, descrive, in forma di diario, le vicissitudini amorose dell’ autrice con Erode al secolo Torello Vannucci, conosciuto nel 1971 nel manicomio fiorentino di San Salvi, lo stesso che ospiterà per un breve periodo anche Dino Campana, prima del suo definitivo trasferimento nel cronicario di Castel Pulci. Nel libro della Caglià vengono presentate, attraverso uno stile che risente ora di un linguaggio ingenuo ed immediato ora delle reminiscenze letterarie dell’autrice, le lettere scritte al suo Erode, a cui si deve idealmente affiancare il loro figlio immaginario, soprannominato Bonzino, una figurina di bianco zucchero delle dimensioni di un mignolo, acquistata in una pasticceria, e raffigurante un pupazzetto di neve con la sciarpa azzurra. A causa delle continue manipolazioni di Costanza, durate oltre un decennio, il Bonzino si era pressochè consumato, trasfigurato in qualcosa di informe. Alla morte della Caglià avvenuta nel 1999, è stato sepolto con lei.